Questa produzione canadese un po' vecchiotta, senza pretese, ma con un
bel messaggio di fondo, strappa una risata ogni tanto, se non si è
troppo suscettibili. L'alzata d'occhi al cielo è assicurata per gli
stereotipi sugli italiani che si ripetono per tutto il film in stile Il
Padrino, più o meno.
Angelo è un ragazzo di origini italiane che, nella speranza di realizzare presto il suo sogno di scrivere sceneggiature per la televisione, lavora in un call-center. È gay e non riesce a dirlo alla sua invadente, ingombrante, chiassosa famiglia, perché sospetta che il suo coming-out potrebbe assumere le tinte di una tragedia colossale (stereotipo?)
Non ha mai avuto il coraggio di confessare loro che il suo coinquilino è in realtà il suo compagno, perché sa che la prenderebbero male, malissimo. D'altronde, i genitori chioccia ultraprotettivi, immigranti italiani di prima generazione, già si sono sentiti male quando ha detto loro che andava a convivere...e loro, ignari e speranzosi che lui e Nino si fidanzino presto con due brave ragazze italiane (sic!), continuano a organizzare loro appuntamenti al buio.
Amo costruire cose con chiodi e martello.
Amo le principesse guerriere.
Non sopporto i nomignoli.
Leggo tutto ciò che mi ispira.
Scrivo romanzi bisessuali.
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